
Quando si ammala un minore si ammala tutta la famiglia
“Nel profondo dell’inverno, ho finalmente imparato che dentro di me c’era un’estate invincibile.”
(Albert Camus, scrittore e filosofo)
Il servizio di psicologia presso il day Center oncoematologico pediatrico dell’Ospedale F. Del Ponte, viene fornito dalla Fondazione Giacomo Ascoli per i pazienti e le famiglie che affrontano il difficile percorso di cura per una malattia oncologica. Quando ad ammalarsi è un bambino o un adolescente, tutta la famiglia si “ammala” poiché la vita dell’intero nucleo subisce un cambiamento radicale.
La presa in carico del giovane paziente e della sua famiglia inizia nel momento della diagnosi, con la presenza della psicologa alla comunicazione dei medici al fine di accogliere le intense emozioni che si manifestano di fronte alla parola tumore.
In questa prima fase, è importante aiutare i genitori a focalizzarsi sulle opportunità di cura e sulle prospettive di guarigione per il futuro.
Il lavoro psicologico accompagna i bambini e i ragazzi in terapia nell’elaborazione dei complessi vissuti emotivi di rabbia e di tristezza che emergono rispetto ai cambiamenti del corpo (dalla perdita dei capelli alle lesioni organiche che alcuni tumori possono causare) e della vita sociale (sentimenti di isolamento, sospensione della frequenza scolastica, diminuzione della frequentazione degli amici, sospensione delle attività sportive).
L’approccio utilizzato è di tipo integrato, per consentire una personalizzazione della psicoterapia per ciascun paziente in base alle sue caratteristiche di personalità con l’obiettivo di aiutare il giovane paziente ad attivare le risorse necessarie divenire resiliente nell’affrontare il lungo periodo di cura e poterlo integrare nel proprio progetto di vita.
Anche per i fratelli e le sorelle la quotidianità subisce notevoli modifiche: risentono della minore disponibilità del genitore impegnato nella cura del figlio malato a causa delle frequenti ospedalizzazioni, talvolta i più piccoli sospendono la frequenza alla scuola dell’infanzia e, in situazioni a rischio per il fratello malato, vengono ospitati da altri parenti per alcuni periodi. Soprattutto, diventano figli silenziosi, disposti a mettere da parte i propri bisogni per fare spazio a quelli prioritari del fratello malato e non pesare ulteriormente sui genitori. I fratelli del piccolo paziente con malattia oncologica vengono, dunque, sostenuti al fine di agevolare una maggiore comprensione del percorso di terapia, dei motivi delle ospedalizzazioni e consentire una partecipazione attiva rispetto alla condizione del paziente, prevenendo la manifestazione di sentimenti di esclusione.
Si effettuano anche interventi con la scuola frequentata dai giovani pazienti attraverso incontri con i compagni di classe per raccogliere i vissuti emotivi dei bambini e dei ragazzi e trovare nuove modalità per affiancare adeguatamente il compagno che frequenterà la scuola a distanza. Con i docenti si affrontano tematiche legate alle nuove priorità per il paziente e alla necessità di programmare una didattica che tenga conto delle fatiche fisiche e psicologiche dell’alunno malato, consentendogli di portare avanti gli apprendimenti e raggiungere risultati scolastici positivi.
Inoltre, per favorire il benessere generale del piccolo paziente, si lavora in équipe multidisciplinare poiché gli aspetti emotivi e clinici del paziente sono considerati di eguale importanza: medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, educatori e psicomotricisti dialogano costantemente per garantire la personalizzazione e l’umanizzazione delle cure per i giovani pazienti dell’ Oncoematologico pediatrica di Varese.
Delia Balzarini
Psicologa di Fondazione Giacomo Ascoli presso l’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Del Ponte
La rivista completa di “Farmacia fiducia” del mese di luglio la trovate a questo link: