“Cerco di riassumere l’esperienza di accoglienza e assistenza ricevuta sia dall’équipe del quinto piano al DH Del Ponte di Varese che naturalmente dalla Fondazione Giacomo Ascoli.

Tutto il personale medico, in particolare la Dr.ssa Marinoni e il Dr. Robustelli ci hanno immediatamente seguito con professionalità ed empatia e in tempi strettissimi, in un periodo particolare come quello delle feste natalizie, si è giunti per nostra figlia Emma di allora 16 anni a una diagnosi certa di linfoma di Hodgkin.
Una cosa che mi ha colpito è senz’altro la chiarezza che hanno sempre dimostrato nel trasferire informazioni mediche, sempre alla presenza di Emma e questo ci ha aiutato e resi liberi dal dover nascondere qualcosa: eravamo insieme.
L’esistenza per noi del “5° piano” è stata una grandissima opportunità perché in un unico luogo è stato possibile completare le necessarie verifiche e cure mediche senza che nostra figlia dovesse subire i disagi di trasporti e lunghi viaggi oltre al fatto di essere curata in un ambiente accogliente, attrezzato e con infermiere e assistenti sempre con il sorriso.

Dalla Fondazione abbiamo ricevuto un aiuto concreto e grandissimo sin dall’inizio: Angela Ballerio è venuta a incontrare me ed Emma e ho colto che potevamo fidarci a 360°.
Travolti da quanto ci stava accadendo non abbiamo dovuto preoccuparci di questioni burocratiche in quanto una consulente del lavoro, messa a disposizione dalla Fondazione, la gentilissima e disponibilissima Sig.ra Daisy, ci ha supportato e informato su varie pratiche, occupandosene anche direttamente lei.
O ancora le psicologhe in reparto che hanno avuto la sensibilità di rispettare i tempi e le nostre esigenze, in particolare Delia con la quale è nata una certa simpatia. I volontari non li abbiamo potuti conoscere personalmente, causa periodo Covid, tuttavia siamo rimasti stupiti che il giorno del compleanno di Emma le hanno inviato un video con canzone e auguri da parte di tutti i volontari ed ex pazienti: certamente un gesto simbolico e segno di grande attenzione. Verso la fine del percorso abbiamo incontrato anche la dietista che ha fornito alcuni suggerimenti preziosi per il recupero.

Un altro aspetto da affrontare in quei mesi è stato quello scolastico e devo ammettere che senza la cura e l’amore con cui Angela Ballerio ci ha seguito, ci saremmo scoraggiati. Grazie all’aiuto della Fondazione infatti abbiamo avviato il Progetto Robot IVO: attraverso l’utilizzo di un tablet Emma poteva collegarsi con la propria classe e comandare a distanza un robot lì presente e interagire direttamente. Tutto ciò ha reso Emma praticamente presente ai compagni e ai professori ma soprattutto l’ha aiutata a mantenere un legame con la sua quotidianità e realtà.
Concludo dicendo semplicemente che all’inizio di questo percorso ero certa, per l’esperienza che vivo, che il linfoma sarebbe stato certamente uno tsunami, ma che la strada da compiere non sarebbe stata contro di noi ma la possibilità di una nuova maturazione, un presentimento che mi ha sostenuto nell’istante e che è stato continuamente verificato giorno dopo giorno, istante dopo istante. E in questa verifica non siamo stati soli ma accompagnati da tante persone ed oggi, che grazie a Dio siamo entrati nella fase dei controlli, posso dire che è vero.

Grazie alle persone del DH e della Fondazione.”

Licia, mamma di Emma